Dimmi cosa condividi e ti dirò chi sei

nobufale

Proliferano i siti-bufale, chi li condivide e perché?

Mi imbatto quotidianamente in siti pro-razzismo che inventano balle inverosimili pur di continuare a riempire e nutrire gli stomaci e la rabbia di persone che, più che dalle soluzioni, sono attratte dalle disperazioni.

Due semplici considerazioni, la prima riguarda i siti sforna balle. Acclarato che l’inventiva non manchi a chi vi lavora, vista la mole di balle prodotte, mi chiedo se tale inventiva non sia più utile investirla in una sana divulgazione di concetti ostici da divulgare alle masse. Sicuramente gli introiti derivanti dai click di chi ragiona con lo stomaco sarebbero sostituiti da introiti generati da chi affollerebbe i siti per mera sete di notizie e nozioni facilmente fruibili ed assimilabili. Mancherebbero i soli introiti, che nessuno ovviamente ammette, di chi certe balle le detta per puro tornaconto elettorale.

La seconda considerazione riguarda i lettori affamati di certe bufale. Questo tipo di lettore si divide in due tronconi, da un lato pochi ma abili “promoter” che edificano la loro fortuna politica sulla diffusione a mezzo social delle dette balle. Più sono inverosimili e più tirano, e più tirano e più piacciono al secondo, e più nutrito, troncone, i “consumatori”.

I consumatori sono meno svegli dei promoter e sono la vera manna dal cielo per quelli del primo troncone. Sono riconoscibilissimi da subito per via di alcune caratteristiche marcatamente comuni: commentano i post vettori di balle con una frequenza ed una costanza fuori da ogni umana immaginazione e condiscono i loro commenti con una mitragliata di obbrobri grammaticali da far pensare a tastiere monche o reduci da eccidi in serie di acca, accenti, doppie, punti e virgole. A dire il vero anche il vocabolario risulta povero e colorito ma penso che si tratti, in questo caso, solo di un tentativo goffo di emulare i propri idoli politici che dispensano, tra social e TV, la loro pornografia ideologica e culturale spacciandola per politica.

Ovviamente ciò non toglie a nessuno la libertà di leggere e credere a tutto ciò che passa per i social, di contro nessuno potrà negare ad altri la possibilità di giudicare in base a ciò che si posta: dimmi cosa condividi e ti dirò chi sei.

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