La fenomenologia della casta

Una berlusconiana di ferro

E’ finalmente nata la terza Repubblica.

E’ nata sotto la regia attenta di Grillo e Berlusconi ed il primo risultato è stato quello di affidare la presidenza della Camera dei Deputati ad un grillino della prima ora, Fico, e la presidenza del Senato ad una berlusconiana della prima ora, Casellati.

Proprio la Casellati rappresenta la fenomenologia di quella casta che, per anni, i grillini hanno cercato di dipingere come il cancro della politica italiana. In parlamento dal lontano 1994, ha contribuito a stilare prima e difeso poi tutte le “leggi ad personam” dei governi Berlusconi. Ha cercato di convincere gli italiani che Ruby fosse la nipote di Mubarak. Ha glissato sulle olgettine. Ha gridato al golpe ad ogni incriminazione dei giudici contro Berlusconi. E’ stata sottosegretario al Ministero della Salute, guidato all’epoca da Sirchia, e approfittò del ruolo per sistemare nella segreteria del Ministero sua figlia Ludovica.

Insomma se chiedete ad un Travaglio di turno o ai primi ingenui grillini di abbozzare un identikit di un degno rappresentante della casta, non ci sarebbe risposta migliore che Elisabetta Casellati.

Certo sarebbe imbarazzante giustificare come un politico con le performance della Casellati possa oggi incontrare il pieno gradimento degli integerrimi cavalieri dell’onestà e della trasparenza, ma nessun grillino dovrà giustificare nulla… sarà sufficiente celarsi la faccia dietro un laconico “disposizioni dall’alto”.

Del resto, se per Enrico IV di Francia “Parigi val bene una messa”, per gli affamati grillini “il Potere val bene una Casellati”.

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