La Sinistra dei manieristi

In una calda serata di settembre, nella stupenda Palermo, Fava parla ad un’assemblea di tutti i partiti della sinistra (ri)unita attorno alla sua candidatura a governatore dell’isola.

Claudio è bravo, accende le passioni pur non perdendo il suo inconfondibile stile da bravo ed ordinato ragazzo. Claudio è stimato da tutti, le sue parole finiscono sui taccuini dei presenti e dei giornalisti perché nelle sue parole alberga la sincerità di un ragazzo che crede ancora nella politica. Claudio parla di una sinistra che non deve più permettersi il lusso di essere timida, nelle competizioni elettorali non si fa testimonianza ma si corre per vincere, per governare. Più si è lontani dalla vittoria e più si è fatto male.

Claudio non parla politichese, non cerca giri di parole. La sinistra unita deve essere il faro della politica siciliana ed un faro ha bisogno di una grande luce e non di un inutile lumicino. Se non si vince si perde, è schietto Claudio. Non si smarrisce nei labirinti del perdere bene o perdere male.

Questo è Claudio Fava? No questa è la sinistra che Fava cerca di impersonare. Ci riesce Claudio, almeno fino alla sconfitta. Dopo i risultati torna il manierismo del perdere bene, del “siamo sopravvissuti”, delle posizioni guadagnate.

È questo il vero Fava? No questo è il marcio della sinistra, questo è il degrado di chi corrode passioni e speranze. Questo è lo scarto di decenni di vassalli e valvassori, queste sono le feci che la sinistra deve evacuare se intende tornare ad essere una vera Sinistra.

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