L’Italia vista dalle urne

L’Italia del voto

Le recenti elezioni fotografano un Paese nuovo ma non migliorato

Oltre i vincitori ed i vinti

Dai dati elettorali emergono due riflessioni che vanno ben oltre la semplice constatazione di chi ha vinto e di chi ha perso: lo sdoganamento di Casa Pound ad Ostia e la conferma del Movimento Cinque Stelle come primo partito.

Casa Pound

Più che i singoli risultati, ad Ostia registriamo il fatto che abbiamo sdoganato un movimento dichiaratamente fascista come Casa Pound. Un movimento che procede oltre il folklore di singoli esaltati. Casa Pound accarezza la doppia cifra pur ostentando il saluto romano come mutuo riconoscimento dei principi e dell’ideologia fascista inscindibilmente legate a quel gesto rituale. Abbiamo tanto banalizzato il ritorno dei neo-fascisti che ora, ci piaccia o no, dovremo temerne il loro ingresso nelle istituzioni.

Movimento Cinque Stelle

Dopo aver sdoganato Casa Pound, stiamo consegnando le sorti del Paese e delle future generazioni, ad un partito che vede la sua genesi in un “Vaffanculo” corale ma tutt’altro che spontaneo. Il “vaffa” da cui tutto ha avuto inizio è stato sapientemente indotto da chi, invidioso delle competenze altrui, ha pensato bene di ergere l’incompetenza e la mediocrità a valori fondanti di un nuovo ordine politico, morale e sociale. Il costante aumento dell’astensionismo rappresenta la prova del nove di questa tesi. E’ un fatto che il partito di Grillo non cattura affatto i “delusi cronici” della politica. Questi non vedono nel grillismo un movimento eterologo dalle contraddizioni della politica tradizionale, per loro i grillini sono parte della stessa melmosa macedonia. Il Movimento Cinque Stelle, feudo di agibilità politica ad uso e consumo del fondatore Grillo, attira un altro tipo di “delusi”, quelli che gergalmente si definiscono i “trombati” della politica. Gli scarti degli altri partiti, quelli messi alla porta per manifesta incapacità, questi sono i “non-dirigenti” di un “non-partito” destinato a guidare il Paese. In un’Italia che muore per e nella sua mediocrità, l’intuizione geniale di Grillo è stata quella di dare in pasto ad elettori mediocri dei candidati altrettanto mediocri. Un mutuo scambio al maggior ribasso. Di colpo l’incompetenza non crea più disagio, anzi. L’invidia verso le competenze si è trasformata in odio e la costante banalizzazione dell’incompetenza, cioè il mettere sullo stesso piano le opinioni e le soluzioni di chi ha competenze con quelle di chi non ne ha alcune, ha addirittura portato i mediocri ad esaltare la propria mediocrità ed a disprezzare chi, con competenza, entra nel merito delle questioni. Quando i più si accorgeranno di questa paradossale deriva, sarà troppo tardi. Il dado è tratto e l’irreparabile è già in atto.

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