Parlamentarie, lo scivolone del M5S

Caos nel M5S dopo la selezione per le parlamentarie.

Le recenti selezioni per accedere alle parlamentarie pentastellate si sono rivelate un vero e proprio boomerang per il Movimento Cinque Stelle. Non ci riferiamo alle abitudinarie disfunzioni delle piattaforma Rousseau che sembra essere gestita da un vetusto Commodore 64 ma al “setaccio” arbitrario che ha deciso chi poteva partecipare o meno alle stesse parlamentarie.

I Commodore nell’Area 51

Nel partito dove la trasparenza veniva descritta come la pietra fondante di tutto l’agire politico, le stanze della Casaleggio & Co dove giacciono i Commodore 64 e dove si scelgono i candidati, sembrano ubicate in una vera e propria Area 51. Nulla infatti è trapelato riguardo l’identità di chi ha effettuato la scrematura e le modalità adottate per la stessa.

Vietato chiedere

Più crescono le polemiche riguardo l’arbitraria selezione e più sulla stessa cala il più fitto ed impenetrabile dei silenzi da parte dei vertici del partito. Per dirla in breve nessuna comunicazione ufficiale e nessuna risposta alle lamentele di chi si è visto negare la possibilità di concorrere alle perlamentarie. Non parliamo delle prevedibili bocciature di opportunisti che si sono da poco avvicinati al partito o di “trombati” di altri partiti che non vedevano l’ora di riciclarsi, a protestare ed a chiedere (legittime) motivazioni sono attivisti della prima ora che non si sono mai tirati indietro nel portare acqua al mulino dei Cinque Stelle.

I pretoriani dell’imperatore

A far discutere e sconfortare molti attivisti c’è anche la reazione di molti “soldati” dei vertici pentastellati. Tra i tanti che sono “al soldo” del partito, spicca chi con sorprendente solerzia ha subito definito strumentali le proteste degli esclusi e non ha perso tempo ad additare i questuanti (in senso buono, nel senso che in fondo richiedono il minimo necessario) come arrivisti affamati di poltrone. Questo è stato il vero boomerang, a seguito di questo fango gratuito molti simpatizzanti hanno espresso sui maggiori social il proprio disappunto per la piega che sta prendendo il Movimento Cinque Stelle. I soldati dell’ultima ora hanno indirizzato i loro anatemi verso attivisti ben radicati nei rispettivi territori, donne e uomini che hanno addirittura posato la prima pietra del Movimento nei loro comuni. Gente che gode di una stima incondizionata da parte degli elettori a Cinque Stelle. Una stima nata, cresciuta e consolidata in anni ed anni di incontri, gazebo, volantinaggi, meetup, etc.

Da propaganda a cavallo di Troia

Il boomerang di queste parlamentarie ha prodotto una vera e propria sommossa dal basso, ora in molti chiedono numi su chi ha effettuato la selezione, sulle modalità e sul perché, intorno a certi meccanismi, sia sempre più facile trovare una dubbiosa ambiguità che una rasserenante trasparenza. L’impressione è che, questa volta, il Movimento rischi un’implosione tutta interna al posto del solito assedio esterno degli altri partiti. Sicuramente sarà la prova del nove per testare la solidità dell’intera struttura. Il fatto è che le parlamentarie, da strumento di propaganda gratuita, si stanno rilevando un cavallo di Troia di cui molti (soprattutto ai vertici del Movimento) ne avrebbero fatto volentieri a meno.

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