Resistere, ancora

La Resistenza

Resistere, tutti i giorni il nostro 25 aprile

Le piazze si riempiono di gazebo e bandiere. Le time line dei social abbondano di foto storiche che ritraggono i quotidiani dell’epoca inneggiare l’avvenuta Liberazione. Il 25 Aprile, festa della Liberazione, conserva immutato il suo fascino. La domanda è se restano immutati i valori e le idee che resero possibile quel 25 aprile del 1945.

25 Aprile 1945

A Milano, il 25 aprile del 1945, un partigiano socialista, Sandro Pertini, proclama lo sciopero nazionale: “Cittadini, lavoratori! Sciopero generale contro l’occupazione tedesca, contro la guerra fascista, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine. Come a Genova e Torino, ponete i tedeschi di fronte al dilemma: arrendersi o perire.”

La resistenza fu artefice e protagonista di quella liberazione. La resistenza è stata, negli anni, il vettore di quelle idee e di quei valori che hanno animato i protagonisti della rinascita dell’Italia libera e democratica.

Resistere oggi

Il rischio di oggi è che si perda l’abitudine a resistere nonostante non siano scomparsi i motivi per farlo. Oggi bisogna resistere a chi propende, senza eufemismi, per una umanità divisa in razze e separata da muri. Bisogna stare dalla parte opposta rispetto a chi vuole ancora una società basata sul concetto feudale del “chi comanda può e chi lavora e fatica non può”. Si deve resistere a chi trasforma il lavoro in sopraffazione e chi, subdolamente, chiama privilegi quelli che sono unicamente dei diritti. Bisogna saper marcare la linea e scegliere da che parte stare. Resistere vuol dire scegliere di stare dalla parte di chi si oppone all’idea che offrire solidarietà sia un reato. Continuare a resistere vuol dire obbedire al dovere di solidarietà sancito dalla nostra Costituzione nel suo Art.2: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali dove si svolge la sua personalità e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.”

Resistere oggi, vuol dire preservare quotidianamente la nostra Carta Fondamentale. Difenderla dai nuovi fascismi che mascherano le vecchie macchie nere dietro i vestiti buoni della domenica ma che non rinunciano a definire i partigiani come traditori o parassiti.

Spero che la memoria e la storia ricordino a tutti quei valori che accomunano la resistenza, la Costituzione, l’Italia libera e democratica, i partigiani di ieri ed i partigiani di oggi. Resistere vuol dire ricordare e ricordare significa non smettere di sperare che il mondo pensato, quel lontano 25 aprile del 1945, sia ancora possibile.

Buon 25 aprile a tutti. Resistere, ancora. Sempre.

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