Salvini, alle accuse risponde con i Like

Salvini, influencer o politico?

Salvini è indagato per abuso d’ufficio, arresto illegale e sequestro di persona. Capi d’accusa pesanti per chiunque, figuriamoci per un Ministro dell’Interno.

Nella prima Repubblica avremmo assistito alle dimissioni immediate del Ministro di turno ed al più canonico “ho fiducia nella magistratura, saprò dimostrare nelle sedi opportune la mia estraneità rispetto alle accuse”. In piena epoca berlusconiana avremmo assistito al silenzio dell’indagato ed alla chiassose proteste dei suoi fedelissimi verso una “magistratura ad orologeria”. Oggi, al tempo del governo nero-giallo, assistiamo all’indagato che risponde in prima persona, non si dimette e sbeffeggia la magistratura affermando candidamente: “Mi vengano pure a prendere, li aspetterò con una grappa. Non sarà un pm a fermarmi, se voglio vado subito al voto e mi prendo il Paese.”

Gli effetti delle parole di Salvini si vedono immediatamente: il rating dell’Italia crolla ma la pagina Facebook del Ministro degli Interni vola sopra i tre milioni di Like. In fondo nulla di più prevedibile, si tratta di politica ed istituzioni ma Salvini non è un politico (nel senso stretto del termine non fa nulla di politico, non si interessa minimamente della gestione dei beni comuni) e non è un uomo delle istituzioni (per l’incontestabile evidenza che non legittima e riconosce nessuna istituzione), Salvini semplicemente si mostra per quello che realmente è (ed è quello che obiettivamente gli riesce meglio): un influencer.

In quanto influencer si diletta magistralmente sui social ed evita l’imbarazzo dei palazzi deputati all’esercizio dei suoi doveri. Piuttosto che noiosi contraddittori nelle aule parlamentari, Salvini trova più congeniale al suo status di influencer essere uno stakanovista di Facebook e Twitter, un generatore instancabile di slogan ad effetto correlati dagli immancabili selfie. Ad ogni tweet, ad ogni post su Facebook, gli “influenzati” aumentano a dismisura. Il pregio di Salvini è quello di saper trasformare i Like in voti, tanto da farlo diventare il vero re Mida del consenso social-popolare. Che si tratti di un suo pregio o di un demerito degli elettori italiani è tutto ancora da studiare ma resta il fatto che ogni parola, ogni gesto, ogni fumosa provocazione di Salvini si trasforma in Like virtuali che, a loro volta, si trasformano in voti reali.

Ora resta da vedere l’impatto di un’iscrizione (reale) nel registro degli indagati che, nel mondo virtuale ed analfabeta dei social, viene già derubricata ad un dispetto da parte di una magistratura rivoluzionaria nei confronti del buon “capitano” Salvini. L’influencer ha già alzato, con prevedibile successo, le sue barricate social, la speranza è che, in caso di contagio incontrollato, gli antivirus reali siano più efficaci di quelli virtuali.

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