Continua inesorabile la discesa dei consensi del Movimento Cinque Stelle

Il tunnel imboccato dal Movimento Cinque Stelle non sembra proprio voler finire. Da Nord, dove non credono al flirt con Salvini, a Sud, dove gli rimproverano il flirt con Salvini, il partito di Grillo registra un calo medio che si assesta tra i sette egli undici punti, una vera ecatombe di consensi.

La base in fermento

La forma di dissenso più forte si registra proprio tra gli attivisti della prima ora. Il nucleo originario del Movimento Cinque Stelle ha mal digerito l’abiura di due comandamenti fondamentali del movimento: uno vale uno e l’onestà degli eletti.

Uno vale tutti

Il bluff dell’uno vale uno è durato il tempo di prendere qualche decisione veramente importante. Sin da subito, anche agli stacanovisti del non pensiero, è apparsa chiara e distinta la struttura piramidale del partito. Per tutti gli ostinati rimasti fedeli al “Vangelo del Sacro Blog” e per i masochisti amanti delle bende negli occhi, la rivelazione l’ha data il caso Pizzarotti.

Il partito dei disonesti

L’altro mito oramai decaduto è quello della presunta onestà degli eletti del Movimento Cinque Stelle. Dopo le cicatrici di Ostia, Quarto e Livorno oramai la percentuale degli eletti pentastellati con noie con la giustizia ha superato il 13%. Tanto per fare paragoni, il famigerato e vituperato Partito Democratico arriva a stento a toccare il 2%, l’UDC ha raggiunto nei tempi d’oro la soglia del 6% e la Lega si è assestata sul 5%

L’era dei fischi

Per chi avesse ancora qualche dubbio sul calo di popolarità e credibilità del Movimento Cinque Stelle, sono arrivati i fischi assordanti che “la gente” ha riservato nelle ultime uscite pubbliche ai parlamentari pentastellati. Insomma verrebbe da dire che, scoperti i fiaschi è arrivata l’ora dei fischi.