Si moltiplicano nelle scuole italiane gli episodi di discriminazione nei confronti di insegnanti ed alunni omosessuali. Sempre più spesso associazioni e gruppi religiosi sono liberi di diffondere le loro campagne discriminatorie all’interno delle nostre scuole. Dalle parrocchie alle classi striscia l’invito a “controllare” i diari dei nostri figli per vedere se questi non incorrano nel rischio di essere inquinati da dottrine concernenti omofobia, omosessualità, gender o concetti di “famiglia a-normale”. Cosa si cela dietro le associazioni religiose che quotidianamente ci propongono il modello di “famiglia tradizionale”? Non è solo paura del diverso, è qualcosa di più subdolo che molto ha in comune con i fanatici e nostalgici del primato della razza. Gli effetti collaterali di quel virus chiamato ignoranza porta gli uomini a litigare ferocemente contro la ragione ed il buon senso. Nell’era del papa boxeur, associazioni nemiche del dialogo, delle libertà e dell’evoluzione della storia propongono una strada già percorsa dai più feroci regimi del nostro passato: “Controllate e date l’allarme!” Siamo all’esaltazione del più ortodosso dei razzismi. Il dato più allarmante è l’apologia di questo razzismo perpetuato da partiti e movimenti trasversali che non disdegnano, in barba alla loro decantata laicità, di dispensare pacche sulle spalle ai presidenti di queste associazioni, pesate e misurate non per il loro operare ma unicamente per il loro potenziale elettorale. L’Italia vive già il suo secondo Medioevo, scongiuriamo, finché possiamo, una seconda inquisizione.