Social rumorosi e piazze silenziose


Social caldi, anzi caldissimi.

Non è un banale fatto di temperature, la calura per fortuna ci sta dando una tregua, il surriscaldamento riguarda le tastiere e le timeline dei nostri social. Ad incendiare l’atmosfera ci sta pensando “l’affaire” migranti. La notizia delle settanta persone che saranno ospitate dalla comunità sansalvese sta interessando tutti e tutti sono interessati a mostrare il proprio punto di vista.

La logica della massa

In questo caso, come in molti altri, la massa non decreta chi ha ragione e chi ha torto, non ci illumina sul corretto iter da seguire e neanche ci offre una lectio magistralis sul rispetto e sulla effettiva conoscenza delle istituzioni. Tanto per fare una esempio, la massa nel tanto discusso braccio di ferro tra Sindaco e Prefetto vede uno scontro tra chi è stato eletto dal popolo e chi è stato “nominato” o tra chi agisce collegialmente e chi in maniera monocratica. Una minoranza cerca di far capire alla massa che il nostro ordinamento prevede, soprattutto riguardo a cariche apicali e delicate, la valutazione delle competenze piuttosto che la valutazione del gradimento popolare. Sempre la stessa minoranza cerca di far capire alla massa che la funzione ed il perché delle cariche “monocratiche” è oggetto di studio ed approfondimenti sin dai primi anni della “scuola secondaria di secondo grado” e non merita ulteriori e sterili ironie.

Non facciamo di tutta l’erba un fascio

Ad onor del vero il confronto non assume sempre i toni folkloristici sopra riportati, spesso i singoli, emancipandosi dalla semplice minoranza e dalla semplice massa, danno luogo a riflessioni profonde che denotano una bene-augurante capacità di argomentare e ragionare utilizzando la materia grigia piuttosto che la materia intestinale. (esempio1; esempio2)

Cresce la voglia di non posizionarsi

L’osservazione che mi interessa sottolineare è che se i social “scottano” a causa di un incessante confronto tra le parti, le piazze restano silenziose, quasi distaccate, da tutto questo fermento. Nel parlare di piazze mi riferisco a chi dovrebbe riempirle e scaldarle queste piazze, i partiti, i movimenti civici e le associazioni. Come è stato già ricordato, non si registrano prese di posizione, non si registrano posizionamenti di parte. L’unica eccezione è stata la ferma, chiara e tempestiva dichiarazione, per mezzo di un comunicato stampa ufficiale, dell’associazione Gerico e dell’Azione Cattolica Parrocchia di San Nicola. Successivamente e tardivamente c’è stato un comunicato del Partito Democratico che non ha però brillato in quanto a chiarezza e fermezza (e qui il “meglio di niente” ci sta tutto).

Largo ai nuovi

Insomma chi, istituzionalmente e moralmente, doveva dare un contributo per favorire uno sviluppo critico della discussione sta facendo la pantomima di Godot. Aspettando si impara diceva un poeta ma nel frattempo le piazze tacciono e nei social, purtroppo, vale la regola dei “like”. La speranza non risiede più nella forza e nell’organizzazione del collettivo ma resta appigliata a pochi singoli che grazie ai social possono farsi conoscere e, magari, per mezzo degli stessi, possono provare a creare, nel reale, nuove aggregazioni capaci di tornare nelle piazze.

La piazza italiana… è da sempre il centro dell’intelligenza della comunità. Ci vediamo in piazza, andiamo in piazza, scendiamo in piazza…proprio nella piazza affluiscono pensieri ed incontri, affari e promesse.
(Andrea Emiliani)

P.S. – Il post è stato scritto nel pomeriggio del 04/07/17 oggi, 05/07/17, sono stati resi pubblici i comunicati di Articolo 1 – Movimento Democratico e Progressista e un comunicato congiunto di formazioni politiche e sindacali tra cui Sinistra Italiana, Rifondazione Comunista, Sinistra Anticapitalista e Cobas

Con piacere aggiungo il suddetto post scriptum

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