Beppe il guastafeste

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L’ennesima dichiarazione improvvisata di Beppe Grillo rovina la marcia del Movimento Cinque Stelle per il Reddito di Cittadinanza.

La marcia per il reddito di cittadinanza sarebbe dovuta essere la panacea di una settimana nerissima per il Movimento Cinque Stelle. Prima c’erano state le polemiche per il non voto sulla sospensione dei vitalizi agli ex parlamentari condannati per mafia, terrorismo e gravi reati contro la P.A.

Poi è arrivato il macigno del GrilloLeaks dove il guru del Movimento Cinque Stelle dava, dalla sua stessa voce, l’evidenza empirica di un teorema ai più noto: a livello decisionale il parere degli attivisti “non conta un cazzo”. Nel fine settimana si sperava di spostare l’attenzione mediatica sulla marcia per il reddito di cittadinanza, cavallo di battaglia dei grillini e pezzo sempre caldo in un Paese che annaspa in acque sempre poco sicure.

Nel raduno iniziale non si respira una bella aria, i due eventi sopra descritti lasciano il segno sullo spirito e sull’umore di molti attivisti indispettiti dal dover difendere una scelta illogica ed impopolare dei loro parlamentari ed una frase inequivocabile e che lascia poco spazio alle giustificazioni del loro inamovibile leader. I numeri attestano questo malumore, delle cinquantamila presenze vantate dagli organizzatori se ne contano poco più di un quinto. Poi ci si mette pure l’esito delle votazioni nel Regno Unito dove l’alleato europeo Farage, indicato da Grillo e dai suoi fedelissimi, come nuovo Primo Ministro britannico, non entra neanche in Parlamento.

Pazienza, si riempiono i polmoni di aria fresca e si marcia con slogan e dichiarazioni che hanno l’intento di spostare il focus del circo mediatico dai fattacci della settimana alla proposta del reddito minimo di cittadinanza. La marcia prosegue secondo l’intento degli organizzatori, i social e l’informazione istituzionale finalmente si focalizzano sulla proposta del Movimento Cinque Stelle tralasciando gli aspetti marginali e pittoreschi dello stesso. Tutto sembra filare per il verso giusto ma l’imprevisto è dietro l’angolo anzi… dietro l’inciampo che non ti aspetti. L’ennesimo passo falso non poteva non venire dall’unico privo di ciclostilati copioni da recitare: Beppe Grillo.

Il comico genovese, forse irritato dal condividere telecamere e microfoni con attivisti che a suo dire valgono poco, si lancia in una filippica improvvisata contro l’oncologo di fama mondiale Umberto Veronesi.

Del tutto fuori da ogni contesto e da ogni epoca storica, il comico attacca l’oncologo riguardo all’eccessivo utilizzo della mammografia quale strumento di prevenzione contro i tumori al seno. Un fulmine a ciel sereno, il focus mediatico si sposta nuovamente dalla proposta del Movimento alla sparata di Grillo. Parecchi attivisti, principalmente donne, vedono questa dichiarazione come la classica goccia che fa traboccare un vaso oramai colmo. Sui social si riversa la loro rabbia e la loro delusione, qualcuno accusa direttamente i parlamentari di non essere più la loro voce, il loro megafono, ma semplici burattini in balia di un vecchio dalla mentalità instabile. Insorge, ovviamente, anche il mondo scientifico ed istituzionale che fanno notare come, in merito al cancro, il parere di dottori ed oncologi sia più qualificato del parere di un comico pur se tuttologo.

Insomma nel Movimento Cinque Stelle, in una settimana iniziata male e finita malissimo, restano da stabilire le responsabilità e resta da stabilire, ma questo è un percorso interno al movimento ed alla volontà dello stesso di affrontarlo, se i limiti di un singolo possano ogni volta vanificare l’impegno ed il sacrificio di tutti.

Hic stantibus rebus, la frase attribuita a Grillo sul valore e sul peso degli attivisti sarebbe la ciliegina di una torta amara ed indigesta che ancora in troppi si ostinano a mangiare.

 

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