Dilettanti allo sbaraglio, ora basta

Il degrado della società passa anche dall’utilizzo masochistico di “non politici” dilettanti ed incompetenti.

Mandare dei dilettanti allo sbaraglio in diverse discipline era un format che aveva avuto il suo importante successo all’epoca dell’indimenticabile Corrado. Oggi sono cambiati i tempi ma l’utilizzo dei dilettanti è diventata la regola, anche in ambiti assolutamente inimmaginabili. Uno dei campi dove si è affermata l’involuzione dal professionismo al dilettantismo è la politica.

Passata una prima fase dove era richiesto un minimo di presenza della cosiddetta società civile (come se chi frequentava le sezioni fosse implicitamente da considerare incivile ?!?), oggi si è giunti al paradosso che il candidato, per essere credibile ed accettato, debba provenire necessariamente da un ambiente estraneo alle sezioni ed alla politica. Un candidato che, una volta eletto, mostra tutta la sua disaffezione per l’analisi, il confronto, la mediazione e la concertazione.

Questo perché nella moderna società civile analisi e confronto sono visti come una inutile perdita di tempo, mentre mediazione e concertazione sono visti come approcci ad una imminente collusione con la controparte che, mi ero dimenticato di dirlo, è sempre vista come il nemico numero uno. I dilettanti, dunque, ostentano con evidente orgoglio tutta la loro assoluta ignoranza dell’agire politico. Il pubblico/elettore dimostra di apprezzare questo vuoto descritto come profonda innovazione e tutto, inesorabilmente, ci conduce verso il degrado e la rovina.

L’ubicazione della verità resterà un mistero ancora per molto ma sembra arrivato il momento di ritornare, almeno in politica, all’approccio classico. I candidati siano espressione dei partiti, siano uomini e donne cresciute e formate nei partiti, abituati a trattare la politica e la gestione dei beni comuni con la massima serietà e competenza.

Basta con le vuote improvvisate di singoli avventurieri, i dilettanti allo sbaraglio in politica hanno già dimostrato di quali disastri economici e sociali siano capaci. I partiti tornino a formare i politici e l’elettore torni a pretendere che i candidati siano politici preparati e competenti. Il tempo dei vuoti a perdere è finito o perlomeno non ce lo possiamo più permettere

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