Guerra e Pace

ridingthebomb

La pace dalla clava ai droni

Sono sempre stato pacifista, non per moda ma per scelta ragionata. Dai tempi del Liceo, dal braccio di ferro di Bush Senior con Saddam Hussein all’eterno ed ancora attuale “scambio” di proiettili e pietre tra israeliani e palestinesi. In tutte le stramaledette matasse internazionali che si sono venute a creare in quest’ultimo quarto di secolo, ho sempre scelto di difendere quella che per me è una ovvietà dura come il diamante: la guerra non è mai stata risolutiva e mai lo sarà.

Pazienza se tra chi manifestava con me c’era anche chi scappava da una interrogazione di fisica o da un compito in classe di matematica, non ho mai pesato le idee in base agli orpelli, alle suppellettili ed alle zavorre che si portavano dietro. Pazienza se i tempi sono cambiati e le manifestazioni si svolgono nelle piazze virtuali dove le “presenze” sono state sostituite dai like e dalle condivisioni, io continuo, testardamente, a non pesare le idee in base alla loro interattività social.

Resto convinto che migliaia di anni di evoluzione della nostra specie, gli insegnamenti della storia ed un utilizzo almeno mediocre della nostra ragione ci abbiano dato prove inconfutabili sull’inutilità e l’inadeguatezza della clava e di tutte le sue migliorie tecniche intervenute nei secoli, nel risolvere qualsiasi tipo di questione o diatriba.

La guerra è sempre stata un enorme tappeto sotto il quale nascondere tutte le porcherie ed i rifiuti dei fallimenti di chi si ritiene la più intelligente delle creature che abitano la terra. Tanto intelligenti da non riuscire ad emanciparsi dalla legge del più forte e dall’istinto del predatore.

Eppure quando siamo in guerra desideriamo la pace e quando siamo in pace chiediamo la guerra. Ci manca la memoria (ed un pizzico di buonsenso).

Noi europei abbiamo da poco ricordato ed esaltato il Manifesto di Ventotene e con esso il desiderio di non ricadere ciclicamente negli stessi errori ma evidentemente il perseverare nel commetterli ci ammalia e ci stordisce come la più erotica delle fantasie.

Non posso giurare sulla veridicità dell’affermazione di Federico II di Prussia secondo il quale – Se i miei soldati cominciassero a pensare, nessuno rimarrebbe nelle mie file – ma sembrerebbe che gli attuali “reggenti” abbiano trovato il famoso pulsante ON\OFF che permette al pensiero (critico) di molti sudditi e soldati di andarsi a fare una lunga e spensierata vacanza. Dimenticato il pulsante premuto sulla posizione OFF, con la mente alleggerita, rimbombano e si amplificano tutte quelle voci che suggeriscono che l’unica soluzione sia quella di “sganciare la bomba” perché è in ballo la nostra sopravvivenza, perché è la legge antica dell’occhio per occhio.

In realtà è una resa incondizionata, è sostenere irresponsabilmente che tante generazioni, tante guerre, tante vittime e tanti errori siano passati invano.

Io non voglio arrendermi e con il peso delle mie rughe e della mia barba che inizia a diventare bianca resisto al mio posto, resisto nel difendere la pace come ai tempi del Liceo.

Occhio per occhio servirà solo a rendere tutto il mondo cieco” – Mahatma Gandhi –

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