Quando l’uomo perde la sua umanità.
Quando gli uomini generano la morte di altri uomini, i generali e gli sciacalli iniziano il loro rituale speculare.
Pur sguazzando nella stessa tragedia, sono attori molto diversi che quasi mai coincidono. Per i primi serve un ragionato cinismo, per i secondi basta la solita buona dose d’ignoranza a buon mercato.
Gli uomini che uccidono altri uomini sono tutto tranne che uomini. Sono automi privi di umanità, schiavi o al soldo di cinici predicatori d’odio che tutto hanno a cuore tranne la salvezza di anime o la salvaguardia armata della pace.
L’ignoranza, vero mattatoio instancabile della ragione, è l’indissolubile legame che lega generali, sciacalli, soldati e crociati. Per i generali l’ignoranza è lo strumento per attirare e fidelizzare gli altri. Per gli altri l’ignoranza è l’unica alternativa a tutto, è l’unica pozzanghera nella quale riescono a galleggiare.
Dopo l’ennesima barbarie, dopo l’ennesima strage, dopo gli ennesimi commenti carichi della stessa brutale e violenta ignoranza che porta ad imbracciare un kalashnikov, dopo il dolore, dopo le lacrime e dopo le preghiere vi chiedo di riflettere su cosa veramente ci rende diversi, l’umanità.
L’uomo privo o privato della sua umanità è una bestia senza ragione, colore, religione, ideologie o nazionalità.
Credo che l’umanità non sia ancora merce rara ma resti pur sempre molto preziosa poiché implica il saper riflettere (autonomamente) dal diaframma in su. Conserviamola da tutto e da tutti.
La domanda: “Ditemi, dov’era Dio, ad Auschwitz?”. La risposta: “E l’uomo, dov’era?”. -William Clark Styron-