Van Basten, il Cigno di Utrecht

Van Basten
Van Basten

La prima volta che vidi Van Basten

Il Milan aveva già annunciato il suo ingaggio, gli restavano da fare una manciata di partite con l’Ajax.

I tempi erano quelli in cui il campionato si giocava solo la Domenica pomeriggio e per i goal dovevi aspettare 90° minuto di Valenti. Le radioline sostituivano i decoder e la schedina del Totocalcio sostituiva le doppie con handicap ed i goal non goal. Le uniche partite trasmesse per intero erano quelle delle tre coppe europee (Coppa Campioni, Coppa delle Coppe e Coppa UEFA) quando c’erano le italiane. In ogni caso la RAI trasmetteva le finali delle tre coppe, con o senza italiane.

Noi milanisti eravamo reduci da alcuni acquisti non proprio esaltanti, ricordo lo squalo nero Blisset (altri Blisset passarono alla storia) ed il flagello delle difese Mark Hateley (buon attaccante che dopo un buon inizio divenne solo il flagello delle zolle di San Siro) quindi ero molto curioso di vedere questo giovane olandese descritto come una promessa del calcio mondiale.

L’occasione si presentò con la finale della Coppa delle Coppe tra Ajax e Lokomotive Lipsia (le squadre dell’Est si chiamavano ancora tutte Lokomotive, Torpedo, Dinamo e Spartak). Pochi minuti bastarono per capire che non sarebbe stato uno dei tanti numeri 9 della storia milanista.
Anche il telecronista, alla fine, si lasciò scappare un “però, davvero bravo questo giovane attaccante appena preso dal Milan”.

Già, davvero bravo.

Auguri Cigno di Utrecht!

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