Di Maio, un finale triste e solitario

Di Maio, solitudine e tristezza

La caduta di Di Maio, dalle stelle alle stalle

Di Maio oggi è la rappresentazione di un uomo solo ed abbandonato. Non stiamo qui a discutere se ognuno sia o meno artefice del proprio destino, ma ultimamente a Di Maio non ne capita una dritta.

Indicato agli albori come il candidato in pectore del Movimento Cinque Stelle alla Presidenza del Consiglio, l’ex steward dello stadio San Paolo di Napoli, continua la sua discesa libera nei consensi degli attivisti e dei maggiorenti del partito di Grillo.

A partire dalle famose note spese che dimostrarono come Di Maio fosse uno dei più spendaccioni del Movimento, fino ad arrivare alle recenti questioni romane, l’ex prima punta dei grillini si è ridimensionato a tal punto da restare ai margini delle stanze che contano all’interno del M5S.

A dire il vero ha tentato ultimamente di cavalcare onde più che abbordabili ma si è distinto più per il suo agire impacciato che per altro. Prendiamo ad esempio il caso del vile attacco di Feltri alla Raggi. Tutti sarebbero stati capaci, a vantaggio di una facile e proficua visibilità, di rispondere brillantemente all’incauto direttore. Qui il colpo di genio non richiesto, il nostro eroe solitario, nel pieno caos della Patata Bollente”, insiste nel parlare della sua famosa Lista Nera dove mette tutti i giornalisti impertinenti che hanno osato criticare il partito di Grillo. Di Feltri in quella lista neanche l’ombra. Invece di risultare simpatico, Di Maio, si attira le critiche degli attivisti che volevano battere il ferro giusto quando questo era caldo.

Gli avranno suggerito di riposarsi e di rilassarsi guardando un po’ Sanremo. Meglio staccare ed evitare di sommare disastri comunicativi su disastri. Il nostro eroe avrà pensato di prendere tutti in contropiede, quale scommessa migliore nel periodo sanremese che quella di scommettere sul cavallo vincente? La fortuna era, questa volta, dalla sua parte. L’occasione era servita su di un piatto d’argento: la grillina Fiorella Mannoia super-favorita dell’edizione sanremese del 2017 ma il diavolo è in agguato dietro l’angolo e, quando meno te lo aspetti, ci mette sempre lo zampino. Di Maio a spendersi per la Mannoia e quest’ultima a prendere le distanze dal Movimento Cinque Stelle è stato un tutt’uno.

Il fatto che poi la Mannoia non abbia neppure vinto la kermesse, lascia pensare che, oltre che impacciato, il nostro Giggino porti anche una certa sfiga… e questo, non solo per un partenopeo, è forse ancora più grave.

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