Grillo ammette il calo dei consensi del Movimento
Dopo l’elezione della Raggi è iniziato il giro di boa per il Movimento Cinque stelle. È lo stesso leader del partito ad ammetterlo: “Abbiamo qualche problema con i nostri simpatizzanti”. Altro che piazze piene e sostenitori in delirio, le ultime settimane hanno minato il futuro del Movimento.
Il Leader mediocre
Molti ed importanti malumori si sono manifestati durante la settimana nera di Luigi Di Maio, candidato in pectore del Movimento come Presidente del Consiglio. Tra strafalcioni grammaticali, geografici e soprattutto politici si è consumata la patina di finto statista che gli era stata cucita addosso. Di Maio si è rivelato in tutta la sua inconfutabile mediocrità politica ed in tutta la sua anoressia culturale, aspetti che mal si sposano con colui che, fino ad una settimana fa, era considerato il “migliore” tra i migliori. Figuriamoci gli altri
Caos Roma
Ma il vero boomerang è stata la vittoria alle amministrative di Roma. Raggiunto il punto più alto della sua breve storia politica, il partito di Grillo ha intrapreso una discesa senza freni che non può non concludersi con uno schianto epocale. Le scuse dei poteri forti e dei complotti che rallentano l’operato della Raggi, non convincono neanche gli stessi oratori del Movimento. In una Roma immobile risuonano solo le accuse che i vertici del partito romano rivolgono ad una Raggi sempre più isolata e nervosa. Altro che “vittoria di Pirro”, sotto il Colosseo inizia a rafforzarsi il detto “Vittoria di Raggi”
Grillo con la bacchetta
A mettere ordine è sceso il leader del Movimento: Abbiamo qualche problema, ammette, ma lo risolveremo. Con sommo gaudio di Di Battista non ha esitato a far zittire il deludente Di Maio dopo i recenti strafalcioni. Stessa sorte per la Lombardi, uscita dal direttorio ed invitata a non stuzzicare ulteriormente una provata Raggi. Insomma Grillo riprende la bacchetta in mano (l’ha mai lasciata?), ordina a tutti di stare a cuccia e si appresta a dare nuovi spartiti ai suoi orchestrali. Noi tutti ci mettiamo comodi a sorseggiare un buon vino rosso e prestiamo l’orecchio a nuove stonature.
Com’era quella? Chi semina vento etc.etc. Dalle mie parti invece:” A lunga cursa si vida u cavaddu bonu.” Anche se quì il paragone,forse,è da fare con i ciucci!