Salvini: -Blocco l’Italia per tre giorni-

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Altro che sciopero generale, il leader della Lega Nord minaccia di bloccare il paese per tre giorni.

In molti non vedono l’ora che arrivi la prima settimana di Novembre. L’appello di Salvini a tutti i salviniani d’Italia di bloccare il paese per tre giorni stuzzica, non poco, la fantasia dei tanti orfani della suspense del film “I tre giorni del Condor” di Pollack.

Nessuno vuole affibbiare a Salvini alcun riferimento a volatili e rapaci incolpevoli e, nonostante le suggestioni del caso, non giungono neanche appelli delle più incallite salviniane ad accostare il barbuto padano al bel Robert Redford.

La fantasia di molti si limita all’essenziale. Immaginiamo i commercianti salviniani abbassare le serrande ed i consumatori salviniani non entrare nei negozi con le serrande alzate, i lavoratori salviniani incrociare le braccia ed i datori di lavoro salviniani chiudere i cancelli a dispetto degli stakanovisti anti-Salvini. Immaginiamo poi i comuni, le regioni e tutti gli enti pubblici dove per tre giorni mancherà l’apporto degli operosi salviniani.

Nelle parole pronunciate dal leader della Lega Nord sembrerebbe prospettarsi la mille ed una notte degli scioperi generali. Pazienza se l’appello, ai più, sembra aver l’aria di un semplice pur parler, un dare aria alla bocca con un’essenza di pensiero tanto effimera quanto labile. In fondo quello che interessa a Salvini ed ai fedeli salviniani al suo seguito, è “vedere di nascosto l’effetto che fa”.

Una raccomandazione ai soliti giornalisti impertinenti, non guastate loro la festa, non soffermatevi a chiedere perché fermarsi o quali siano le controproposte avanzate? Domande scomode quanto inutili per il leader del Ruspa-pensiero (da non fraintendere con un pensiero ruspante) che aspira apertamente a guidare le sorti di una nazione ma che non rinuncia alle bravate degne di un Lucignolo nel paese dei balocchi.

Novembre è un mese solitamente piovoso, il rischio che piova sul bagnato esiste da quando esistono i proverbi ma questo Novembre, in caso di pioggia, potrebbe nascere un nuovo proverbio: “se l’idea è arida non c’è pioggia che innaffi”. A volte anche le cose futili potrebbero lasciare il segno.

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