Cosa farà il centrosinistra nelle amministrative del 2016
Finite le vacanze si torna a parlare di politica e nella politica di questo 2016 tutti i partiti, da sinistra a destra, guardano con interesse alle prossime amministrative. Magari non saranno considerate come elezioni di midterm ma lo sguardo verso il risultato del Partito Democratico è oramai più che una semplice curiosità.
Nelle amministrative 2016 delle città di Torino, Milano, Roma e Napoli il PD, per vincere e confermarsi primo partito, avrà bisogno di riabbracciare tutta la frammentata galassia che gravita alla sua sinistra. Quella stessa galassia, per non frammentarsi ulteriormente e finire nel buco nero del “c’era una volta”, avrà bisogno di riabbracciare il partito che gravita alla sua destra.
Dovrebbero fare buon viso a cattivo gioco ed imparare a sopportarsi reciprocamente, un po’ come quei nobili caduti in disgrazia che preferiscono vivere da separati in casa piuttosto che lasciarsi e dividere quel poco che hanno. Se dovessero tornare a prendersi per mano, non chiamatelo amore ma istinto di sopravvivenza.
A girarsi dalla parte destra del PD si capisce verso quale iceberg le maggiori città italiane rischiano di scontrarsi. Le alternative sono date da un centrodestra ancora in cerca di identità e credibilità e da un Movimento Cinque Stelle che, visti i casi di Gela, Quarto, Livorno e Parma appare come la cattiva bozza di una brutta copia di un partito della prima Repubblica.
Nonostante l’evoluzione del pensiero politico di Salvini abbia registrato il passaggio dalla singola parola “ruspa” ad una frase di senso compiuto che recita “lo prendo a calci nel sedere” e nonostante i trionfalismi di un Grillo che vede, tra una terza guerra mondiale, una sirena ed una scia chimica, il partito dei suoi ologrammi sfondare la soglia del 99,99%, in molti continuano a sperare che un pizzico di ritrovata ragione spinga i leader del centrosinistra a seguire l’istinto.
Dopo tutto, sia l’istinto che la ragione, tra la padella e la brace scartano la brace.