Corruzione e mazzette, virtuosismi ed abitudini
Il nove dicembre 2016, nel mondo, è la giornata internazionale contro la corruzione. In Italia facciamo ponte, in tutti i sensi. Colpevolmente assuefatti ai troppi e quotidiani episodi di corruzione, non riusciamo a riconoscere neppure gli effetti che questa provoca su tutto ciò che tocca.
Il nuovo Mida
Se Mida trasformava tutto in oro, la corruzione trasforma tutto in un mix di ingiustizia, incompetenza e malavita. Oggi rimbalza su tutti i media il buon esempio di un sindaco pugliese che condanna un tentativo di corruzione operato nei suoi confronti da parte di un imprenditore che partecipava ad una gara di appalto fatta dal comune. Poco spazio invece per l’arresto di un segretario comunale che, contro ogni decenza, ha pilotato la vittoria di una società amica in un bando dove non avrebbe potuto nemmeno partecipare per mancanza dei requisiti tecnico professionali richiesti per l’attività oggetto del bando. Siamo giunti al punto che l’esempio virtuoso è il famoso uomo che morde il cane che fa notizia.
Uno scirocco d’estate
La “mazzetta” ormai passa inosservata ed incontrollata come lo scirocco in estate. Difficile instaurare, in questo clima, una cultura della denuncia e del rifiuto della corruzione come prassi per ottenere favoritismi e scorciatoie. Si ha paura della solitudine, si ha paura di essere il rompiscatole fastidioso che rompe l’equilibrio instaurato delle cose. A malincuore avvertiamo che l’Italia, la politica e buona parte delle istituzioni hanno fatto un lungo ponte sulla corruzione. In molti casi non solo è mancato l’impegno nel contrastarla ma c’è stata una volontaria predisposizione a farsi sedurre da quel canto inebriante.
Pochi Ulisse, molti mozzi
In un popolo di navigatori, dobbiamo ricordare che non siamo tutti come Ulisse, capace con forza di volontà ed artifici di resistere al canto delle sirene, ma siamo mozzi di una nave che non sentiamo nostra. In giornate come questa, di celebrazione dei virtuosi, ricordiamo anche che la corruzione non soffre mai di solitudine, essa è una collaudata interazione sociale ed economica tra corrotto e corruttore. Una lunga e solidale amicizia che non teme il logorio del tempo e delle abitudini.