Gli Azzurri dietro al dito

Europeo2020, gli azzurri di Mancini rappresentano un estratto significativo della società italiana.
Nella vetrina calcistica continentale, una minoranza si mostra orgogliosamente sensibile alla problematica del razzismo.

La maggioranza, conservando il pudore di non manifestarsi apertamente razzista, si nasconde dietro la foglia di fico della “libertà di non seguire le tendenze”.

Buffo per un Paese dove le tendenze sono le vere maestre di vita e dove il saper fare tendenza vale più di ogni altra competenza.

Nella maggioranza di italiani che appoggiano la scelta di restare indifferenti, non mancano gli appartenenti alla categoria dei giornalisti che seguono l’Europeo2020.

La tensione etica di qualche illustre penna porta ad assimilare l’indifferenza mostrata dai nostri calciatori come la più alta forma di libero arbitrio della contemporaneità.

C’è chi ha ringraziato la buona sorte sul fatto che il gesto di libertà sia stato amplificato dal megafono mediatico dell’ Europeo2020.

Peccato che nessun illustre giornalista abbia fatto notare che, se è vero che non tutti quelli che non si inginocchiano sono razzisti, è anche vero che chiunque è razzista non si inginocchia.

In questo Europeo2020 (che si gioca nel 2021) abbiamo una nazionale (ed una nazione) a cui piace specchiarsi e pavoneggiarsi. Abbiamo una nazione (ed una nazionale) che reputa geniale nascondere l’istinto razzista dietro il dito dell’indifferenza.

Pezza e buco si rincorrono nella mediocrità.

Buon Europeo2020, con la convinzione che dietro grandi giocatori spesso si nascondono omuncoli piccoli piccoli.

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