Lavoro, servi della gleba cercasi.

Lavoro, servi della gleba cercasi.

Questa è la sintesi dell’appello del segretario del PD Letta: “Servono più immigrati”.

Non può essere un caso che un uomo di tanta cultura, come il professor Letta, abbia scelto il verbo “servire”.

L’etimologia lascia pochi specchi su cui arrampicarsi ed, in fondo, il verbo “servire” si contestualizza perfettamente con le ultime dinamiche che investono il mondo del lavoro.

La dialettica sul lavoro ha sempre visto tre principali interlocutori: gli imprenditori, i lavoratori e gli intellettuali. I primi due sono dichiaratamente di parte mentre gli intellettuali cercano di sintetizzare e concettualizzare entrambe le posizioni al fine di enunciare giudizi critici e “super partes”. Il risultato della questione dialettica non è mai fine a se stesso visto che, spesso ma non sempre, si traduce in “principi” incastonati in leggi che entrambe le parti sono tenute a rispettare.

Il confronto spesso verte su due richieste: gli imprenditori vorrebbero lavoratori più servili (attenti all’etimologia!) ed i lavoratori vorrebbero imprenditori meno padronali. Da un lato l’esigenza di flessibilità a trecentosessanta gradi e dall’altro l’esigenza di armonizzare diritti, lavoro e vita. Due richieste marcatamente distinte dove il paradosso sarebbe che l’una prendesse le parti dell’altra.
Il cortocircuito si ha quando l’intellettuale è ammaliato o è direttamente coinvolto dalla politica. Per definizione il politico, a differenza dell’intellettuale che procede per un ragionamento critico, procede per un ragionamento motivato, parte cioè dal predeterminato punto di arrivo per ricostruire a ritroso la sua tesi.

Ecco accadere quindi la straordinaria coincidenza che vede il rappresentante degli industriali italiani lamentarsi che tanti, troppi diritti zavorrano il lavoratore nostrano e rendono appetibile investire all’estero, ed il rappresentante del maggior partito di centro-sinistra, tradizionalmente interessato alle istanze dei lavoratori (o almeno così dovrebbe essere), chiedere di aumentare il flusso di immigrati poiché essi “servono” al lavoro. Vuoi mettere la malleabilità di un lavoratore alleggerito di tutti i diritti com’è oggi un immigrato, precario nella sua stessa esistenza!.


Ecco che dopo molta clandestinità, i termini “lavoro” e “servire” tornano di nuovo a braccetto senza imbarazzi (per molti sono sempre stati indissolubili ma la convinzione restava clandestina per pudore).
Gli imprenditori sperano nell’effetto topless, la prima manifestazione crea scalpore poi ci si abitua.
I lavoratori temono l’effetto esperienza, per esperienza sanno che tutto questo non porterà a nulla di buono, l’ombrello di Altan finirà sempre nello stesso posto.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.

Chiudi