L’uva di Ned Ludd

In molti conoscono la favola di Esopo sulla volpe e l’uva, non tutti però ci siamo soffermati sul “rifiuto rispettoso” del frutto da parte del saggio animale.

In effetti la volpe non denigra la bontà dell’uva, non nega le sue qualità. Vista l’impossibilità di arrivare a coglierla, il suo orgoglio e la sua saggezza, le consigliano solo di rimandare a tempi migliori la raccolta.

La volpe, in sostanza, si toglie dall’imbarazzo di non “arrivare” con un elegante “tornerò da te quando sarai più buona”. La volpe non evade la scena con un’invettiva contro il frutto, non lo dichiara non commestibile e non lo distrugge. Di fatto, la volpe di Esopo non nega le qualità intrinseche dell’uva ma, mentendo sapendo di mentire, le dichiara non completamente matura.

Oggi questo non sempre accade: le volpi nostrane, non arrivando all’uva, ne dichiarano l’assoluta inutilità nella convinzione di dire il vero.

Lontani dalla saggezza della loro celebre antenata, non gestiscono la loro incapacità ma la rendono un combustibile per il fuoco della loro frustrazione. Non rimandano l’approccio con l’uva ma puntano il dito contro essa fino a stravolgerne le qualità, fino ad accusarla di essere velenosa.
Perpetrando la diffusione di informazioni palesemente non vere, con il tempo e con la penuria di senso critico, si genereranno “teiere di Russell” che avranno l’aspetto di nemici da distruggere.

Sarà proprio questo loop a spingere la massa, che nella non consapevolezza sceglie sempre Barabba, ad immedesimarsi ed a farsi guidare da novelli Ned Ludd pronti a distruggere tutto ciò a cui non arrivano e che non comprendono.

È il trionfo dell’egoismo, ciò che non può essere mio non sarà di nessuno.
È il trionfo della falsa antinomia tra fare e conoscere che non sono visti come una virtuosa simbiosi ma vengono oggi intesi come sinonimi di utile ed inutile, quindi opposti ed opponibili.
È il trionfo di una realtà distopica che prende il sopravvento sulla favola di un futuro migliore.

Morale: l’uva della volpe nutrirà comunque qualcun altro, l’uva di Ned Ludd non nutrirà mai nessuno.

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