Terremoto, allarmi e scudi

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Terremoto, la Commissione Grandi Rischi passa il cerino

Terremoto, leggiamo dei comunicati della Commissione Grandi Rischi riguardo gli ultimi eventi sismici avvenuti nel centro Italia. In particolar modo mi ha colpito un comunicato dove la predetta commissione allarmava circa l’imminente possibilità di eventi sismici di una rilevante gravità. Addirittura si scendeva nel dettaglio di un terremoto con una magnitudo compresa tra 6 e 7 gradi.

E’ chiaro che si tratta di una, se non vogliamo chiamarla bufala, di certo di una forzatura di non poco conto. Prevedere un terremoto e prevederne addirittura la magnitudo è un esercizio che si addice più a chi opera con una sfera di cristallo che a chi opera con i sismografi. La domanda è perché una commissione di scienziati sia stata costretta a diramare un comunicato degno dello staff del mago Otelma?

Probabilmente la risposta è da trovare negli strascichi del processo che investì gli allora membri della commissione in seguito al terremoto de l’Aquila del 6 aprile 2009. In primo Grado i componenti della Commissione Franco Barberi (presidente vicario della Commissione Grandi Rischi dell’epoca), Enzo Boschi (all’epoca presidente dell’Ingv), Giulio Selvaggi (direttore del Centro nazionale terremoti), Gian Michele Calvi (direttore di Eucentre e responsabile del progetto Case), Claudio Eva (ordinario di fisica all’Università di Genova) e Mauro Dolce (direttore dell’ufficio rischio sismico di Protezione civile) furono condannati a sei anni di reclusione per non aver previsto il terribile evento. Al termine del processo i membri della commissione furono assolti poiché venne sancita l’impossibilità di prevedere il preciso verificarsi di un terremoto. Per lo stesso principio fu condannato Bernardo De Bernardinis (già vice capo del settore tecnico del dipartimento di Protezione Civile) che aveva invece attivamente rassicurato la popolazione: “Non c’è un pericolo (…) anzi è una situazione favorevole perché c’è uno scarico di energia continuo. Per lui una condanna a due anni.


Il sospetto è che l’attuale commissione stia tenendo conto di quel processo e non dei manuali di sismologia. Il loro scudo da eventuali accuse, mette però in difficoltà i sindaci delle aree oggetto degli eventi sismici. Cosa devono fare i sindaci a fronte di un tale allarme, far evacuare i paesi a rischi di un evento di Mw 7? In caso di terremoto di elevata magnitudo, quali responsabilità ricadranno su quei sindaci che non hanno disposto alcuna evacuazione? E chi garantisce la veridicità di un tale allarme, il sapere scientifico della commissione o l’attenzione della stessa a mettersi al riparo da eventuali azioni giudiziarie?


Gli ultimi comunicati della commissione servono a scaricarsi di uno scomodo cerino. Ora il cerino è nelle mani dei sindaci ma è un cerino sempre acceso che inizia seriamente a scottare.

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